domenica 25 aprile 2010

Ma sono davvero morte le ideologie? Fondati sospetti sull'asserzione

Ma sono davvero morte le ideologie? Fondati sospetti sull'asserzione

La domanda sorge spontanea nell'ascoltare i vari soloni che fanno dichiarazioni televisive e giornalistiche, nel corso delle auto celebrazioni elettoralistiche e durante i diverbi di varia natura di cui sono protagonisti.
Se le ideologie fossero morte, non ci sarebbero più politici che le propugnano e sostengono con atti di varia natura ma sempre con grave impatto sull'italica società ed economie.
La dichiarazione di morte fu fatta a più riprese durante le campagne elettorali  dall'imbonitore televisivo e tecnico del multi-level che attualmente occupa una importante quanto sventurata carica dello stato. Lo scopo di tale dichiarazione era, come ancora è, quello di svilire gli avversari ideologicamente motivati ed eroderne la credibilità  nonché la fiducia.
Si tratta di una tecnica della comunicazione già attuata molti anni prima negli Stati Uniti d'America.
Quella attualmente vincitrice è un'ideologia becero-liberista, antidemocratica, aggressiva verso tutto ciò che non è ancora stato carpito a proprio favore, un culto della personalità in cui la figura principale è un imbonitore capace di cambiare in un istante ogni maschera e di compiere qualsiasi bassezza sia per lui conveniente in quel  momento, mentre i gregari sono opportunisti e trasformisti, irresponsabili sociali senza freni, dall'etica e moralità di pari bassezza di quella del loro duce o “condottiero” mediatico.
Al proposito e molto tempo prima, Polibio studiò in modo particolare il sorgere della potenza della Repubblica Romana che attribuì all'onestà dei romani ed all'eccellenza delle loro istituzioni civiche e militari, stigmatizzando la cosidetta “oclocrazia” che altro non è che una forma di degenerazione della democrazia, in quanto inevitabile conseguenza dei comportamenti demagogici legati all'ottenimento del consenso.
Come conseguenza, l'instaurazione di un sistema oclocratico ha come unico sbocco il ritorno alla monarchia o comunque di una forma dittatoriale.
Questo argomento è stato trattato anche da Benjamin Franklin ed altri scrittori repubblicani secondo i quali sono la mancanza d'etica e una eccessiva presenza di moralismo a spingere la democrazia verso la dittatura, mentre il processo inverso porta alla repubblica.

Solo quando sarà arrivato ad ottenere il risultato che si è prefisso, l'imbonitore televisivo e tecnico del multi-level potrà gloriarsi di aver provato e posseduto tutto: ricchezza, potere, e soprattutto l'immunità per le sue malefatte.
L'ideologia rappresentata ora al governo è dunque quella del “principe ideale” secondo Niccolò Machiavelli, le cui qualità principali sono:
- imitare il comportamento di grandi uomini a lui contemporanei o del passato,
- la capacità di mostrare la necessità di un governo per il benessere del popolo,
- il comando sull'arte della guerra - per la sopravvivenza dello stato;
- la capacità di comprendere che la forza e la violenza possono essere essenziali per mantenere stabilità e potere;
- la prudenza (questa gli viene sempre dopo aver fatto una qualche "sparata");
- la saggezza di cercare consigli soltanto quando è necessario (dai suoi consigliori, noti alle cronache giudiziarie);
- la capacità di essere "simulatore e gran dissimulatore";
- il totale controllo della fortuna attraverso la virtù (ma la sua virtù è quella dei personaggi degli spettacoli di "reality");
- la capacità di essere leone, volpe e centauro (leone forza - volpe astuzia - centauro come capacità di usare la forza animale con l'intelligenza dell'uomo).
Dunque, le ideologie non sono morte, sono soltanto state passate per qualcos'altro, utilizzando vari slogan nelle campagne elettorali e nella comunicazione giornalistico- politica.
Al solo fine di delegittimare le altre ideologie, quali quella tiepidamente socialdemocratica del PD, quella liberal-democratica degli ex repubblicani e della ex sinistra democristiana e in modo più conservatore - ma attento allo stato di diritto - dell'attuale presidente della camera dei deputati, quella di filone autenticamente progressista di vari raggruppamenti civici e di movimento che tanto filo da torcere danno a chi voleva morte le ideologie.

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