domenica 18 aprile 2010

Cattolici e “Comunisti” oggi; impietosa analisi dello stato di fatto

Il Partito Democratico risulta oggi essere un insieme di persone provenienti da aree apparentemente simili fra loro negli ideali, la ex sinistra democristiana e gli eredi del Partito Comunista Italiano.
Entrambi orfani di un passato forte in cui hanno avute parti di primo piano fin quando hanno creduto in quel che facevano: la diffusione e l'affermazione dei migliori ideali dell'ideologia cattolica i primi, la diffusione e l'affermazione degli ideali operaisti e bolscevichi i secondi, uniti negli ideali di eguaglianza, di comune possesso dei beni di produzione e distribuzione del reddito prodotto. Profondamente divisi dalle rispettive liturgie e dalla cieca fiducia o ”fide” nel vecchio e nuovo testamento i primi e dell'altrettanto solido ateismo e materialismo i secondi.
Fin quando ci hanno creduto, sono rimasti divisi dalle sostanziali differenze che hanno dato notevole lustro all'avanzare del paese, in un reciproco stimolo a far di meglio e di più, di proporre e ottenere condizioni di vita via via più vicine all'umano benessere, anche con il tentativo del “compromesso storico”.
Ma poi l'assedio economico-finanziario-militare durato dal 1945 fino al 1989 è sfociato nel riuscito “pressing” dei signori Zbigniew Brzezinski (ex consigliere per la sicurezza nazionale statunitense, insignito della Presidential Medal of Freedom, facente parte della commissione Trilaterale insieme a membri del Bilderberg club) e Karol Wojtyla (nominato sovrano della città del Vaticano e Pontifex Maximus della chiesa universale di Roma) insieme coll'allora presidente degli Stati Uniti d'America l'attore Ronald Reagan e numerose altre comparse fra cui l'elettricista di Danzica Lech Walesa, al sistema economico militare dei paesi dell'ex Patto di Varsavia che è collassato sotto il peso delle spese militari imposta dalla corsa agli armamenti e dello scontento sociale.
Ciò ha dato il via alla caduta di presa sulla pubblica opinione di tutti i partiti che in qualche modo trovavano nel sistema dei paesi dell'ex cortina di ferro (erroneo e propagandistico nome poiché attraverso quella cortina andavano e venivano milioni di persone all'anno e merci di varia natura) un seppur vago riferimento, con molte sfumature nazionali.

L'inutile tentativo di ingraziarsi la chiesa cattolica

A seguito di quella perdita di riferimento, come anche del successivo tracollo della “balena bianca” e l'apparire dell'involutivo fenomeno del “leghismo”, la ricerca di nuovo ruolo per entrambi gli orfani dal forte passato li ha portati a riavvicinarsi nel comune ideale, dimenticando i vecchi contrasti e le loro ragioni.
Parte quindi da lontano il fondamentale errore strategico dei progressisti italiani di voler ingraziarsi la chiesa cattolica al fine di ottenere democraticamente  il tanto perseguito governo della repubblica. Esso tentativo parte dall'avvio della politica catto-comunista e anche della strategia del “compromesso storico” tanto voluto dai Berlinguer e dai loro successori.
Scelte e strategie politiche fallimentari che si sono scontrate con la realtà dell'inevitabile saldarsi di interessi fra le gerarchie ecclesiastiche e le destre conservatrici che ricomprendono tutto l'arco dei trasformisti della precedente balena bianca, la destra fascista, quella sedicente liberale, gli ex extraparlamentari reazionari, il partito-azienda privato “dell'amore” e simpatie mafiose e compagnia cantando.
Il tutto al fine di gestione del potere, nella sciocca convinzione di conservarlo e con la tacita e ferma volontà – da parte della ex nomenklatura - di mantenere le poltrone ottenute come figli e benvoluti dai membri dell'ex comitato centrale del partito. Ma le cose sono andate diversamente: a voi trarre le conseguenze.

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